Circonferenza addominale

La circonferenza addominale è un indicatore significativo ed applicabile praticamente al 100% delle persone adulte maschi e femmine, indipendentemente dal loro peso. Infatti, anche persone con BMI nei parametri del normopeso possono avere misure abbondanti di girovita; una circonferenza oltre 88 cm nella donna e 102 nell’uomo indica obesità addominale che, a sua volta, è indicatore della presenza di grasso viscerale. Il grasso viscerale in eccesso è associato ad un maggiore rischio di eventi cardio-cerebro-vascolari oltre ad essere uno dei fattori maggiormente predisponenti che determina la sindrome metabolica. La misura della circonferenza addominale è anche un ottimo indice per stabilire se la dieta o l’attività fisica hanno determinato una perdita di peso, in maggior parte dovuto al “consumo” di massa grassa. Infatti, se il peso può variare grazie anche alla perdita di acqua o all’aumento della massa magra, la perdita di una taglia (cm) riflette maggiormente la perdita di massa grassa. In alcuni casi riducendo di 1 cm il girovita si riscontra anche la perdita di 1 Kg di peso, tuttavia se il peso non diminuisse, la riduzione del girovita è da considerarsi un successo per le persone che devono dimagrire.

Sindrome metabolica*

La sindrome metabolica non rappresenta una patologia in senso stretto, ma piuttosto una serie di alterazioni del nostro metabolismo che possono aumentare il rischio di diabete e malattie cardiovascolari. Queste alterazioni sono spesso determinate da un girovita eccessivo, cioè un accumulo di grasso nella zona addominale, che attraverso complessi meccanismi coinvolgenti diversi organi ed apparati (sistema immunitario, fegato, pancreas, muscoli, lo stesso organo adiposo) possono determinare alcune delle seguenti alterazioni: un livello di glicemia a digiuno superiore al normale, una pressione arteriosa superiore al normale, un eccessivo livello di trigliceridi, un livello troppo basso di colesterolo HDL (quello cosiddetto “buono” o protettivo), un livello troppo alto di colesterolo LDL (quello cosiddetto "cattivo" o favorente l'aterosclerosi), la steatosi epatica (il fegato "grasso"), la presenza di microalbuminuria (un marcatore di iniziale danno renale) nelle urine, alterazioni della coagulazione e contribuire alla aterosclerosi delle arterie del cuore e di altri distretti dell'organismo. 

  • La diagnosi di sindrome metabolica conclamata viene effettuata quando sono presenti almeno tre dei seguenti indici: circonferenza addominale aumentata; bassi livelli di colesterolo HDL; aumentati livelli di trigliceridi; elevazione valori pressori; aumentati livelli di glicemia a digiuno.

E' tuttavia importante non farsi autodiagnosi ma rivolgersi al medico curante che può effettuare un corretto inquadramento e prescrivere eventuali accertamenti e terapie, tenendo anche conto di fattori individuali quali età, familiarità, tempo di insorgenza delle alterazioni, organi coinvolti.
In ogni caso, una corretta alimentazione associata ad attività fisica regolare può permettere una riduzione del grasso addominale, fattore maggiormente predisponente alla sindrome metabolica.

*Estratto dal programma SIMG (Sociètà Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie)